Qualche nota sull’attacco a Twitter

Febbraio si è aperto con una gran brutta storia.

Ben riassunta da Paolo Passeri sul suo Hackmageddon con il titolo di The Party Is Not Over! 250,000 Twitter accounts compromisedche riprende il post del blog ufficiale di Twitter dal titolo Keeping our users secure.

Twitter Keeping our users secure

Il succo della vicenda è quello che racconta Twitter stesso: hanno riscontrato tentativi di accesso non autorizzato a circa 250mila utenze.

L’attacco, o per lo meno uno dei tentativi di attacco, è stato bloccato. In via precauzionale Twitter ha resettato tutte le password degli account oggetto dell’attacco, informando gli utenti dell’operazione.

Non è la prima volta che parlo di Twitter in questo blog, lo avevo fatto perché qualche tempo fa pubblicarono un post interessante su come gestire la sicurezza delle proprie password.

La cosa spiacevole, e che purtroppo Twitter non è andata molto oltre la gestione delle password.

Sì perché mentre il contenuto del post, comprensibilmente molto vago, è comunque una prima descrizione di qualcosa che non conoscono bene, il titolo per me è pessimo.

Perché dico questo? Perché l’attacco, che può naturalmente accadere a chiunque, ha svelato in realtà come Twitter non faccia in realtà granché per far stare sicuri i suoi utenti. Sopratutto non lo fa rispetto agli altri social network.

Andiamo con ordine. Essendo utente di Twitter da più di sei anni, e avendo l’attacco colpito i primi utenti del servizio, anche al mio @glamis è arrivato il reset della password.

Della password sì, ma delle sessioni aperte no. E questo è il primo punto.

Ed è importante perché pare che Twitter abbia resettato tutte le password “sospette”, ma solo le sessioni di chi riteneva più a rischio. Questo perché pare che siano state sottratte oltre alle password (cifrate, quindi poco utili), anche i token di sessione di alcuni utenti. Da qui la necessità di resettare tutto il resettabile.

Perfettamente comprensibile.

Ora io ho ovviamente cambiato la mia password, e qui ho scoperto un altro problema delle procedure di Twitter: cambiando la password le sessioni (e i token) attivi non scadono.

Mi aspettavo infatti di rimettere la password su tutti i vari iCosi che ho in giro, ma così non è stato. Tutto ha continuato a funzionare correttamente. Molto molto male. Requisito fondamentale affinché abbia realmente valore un cambio password è proprio la decadenza di tutte le sessioni attive.

Anche perché che altro modo ho io per buttare fuori uno che, ad esempio, mi ha rubato l’iPhone? Nessuno, perché Twitter non ha una funzione di reset delle sessioni.

E non parlo di cose fuori dal mondo, parlo di funzioni di sicurezza basilari che Google e Facebook hanno attivato già da molto tempo. E sono molto utili, per garantire la sicurezza ai propri utenti.

E vi prego non venitemi a dire, come dice il Guardian, che non lo fanno perché

The reason why third-party clients will still let you tweet is that Twitter doesn’t let them use your password. Instead, it uses “tokens” which are issued to the third-party programs, and authorise them to send tweets to Twitter’s database for redistribution to followers. The tokens weren’t revoked as part of the password reset; doing that would have meant that you’d have had to re-authorise all your apps, and for some apps Twitter has only made a limited number of tokens available. So that would have hurt both users and app developers.

Ma non è tutto. Certamente era una cosa nota già da prima, ma con questo attacco è tornato ancora più evidente il fatto che Twitter non consenta un’autenticazione a due fattori. Cosa che, non mi stupisce, Google e Facebook fanno da tempo (e che voi usate, vero….?)

Su questo ultimo punto si “combatteva” già da un po’, ma la cosa ha preso come dicevo ancora più forza e si è diffuso subito l’hashtag #iwantmy2fa

Speriamo che qualcuno ascolti, anche perché, come ricorda sempre Paolo, Twitter non è un caso isolato.

Prima di lui fu attaccato LinkedIn che, coincidenze, non ha né un’autenticazione a due fattori, né un controllo ed eventuale reset delle sessioni attive.

Dagli errori si deve sempre imparare, stavolta è proprio il caso di farlo.

Bye!

4 pensieri su “Qualche nota sull’attacco a Twitter

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